lunedì 23 novembre 2009

Cosplayers a Lucca Comics&Games '09



C'erano anche loro a Lucca e ogni anno sono sempre più numerosi.

mercoledì 18 novembre 2009

Alberto Ponticelli parla di Blatta



Nel fumetto la blatta rompe l'isolamento del protagonista e lo catapulta nel mondo reale, nel mondo delle emozioni, del bene e del male, della vita e della morte. Perché una blatta? Che cosa rappresenta?

Innanzitutto la blatta è l’animale più schifoso e allo stesso tempo il più indistruttibile sulla faccia della terra e, nella scelta della blatta, questo dualismo era affascinante e difficile da ignorare. Allo stesso modo anche il protagonista del fumetto è attratto da questo essere, che, rompendo la routine della sua monotonia, lo obbliga ad incuriosirsi, lo spinge ad indagare e ad accrescere la sua sete di sapere.
La sua è una scelta istintiva, spontanea, quasi inconsapevole, una sorta di perversione nei confronti di una vita ordinata e perenne. È in quel momento che si rompe qualcosa: il protagonista si ridesta da uno stato di torpore e prende coscienza della sua personalità. Riscopre così l’interesse nei confronti della vita e arriva ad un punto di non ritorno, dove conoscere e capire sono gli obbiettivi da raggiungere, al di fuori di un guscio impenetrabile.

In realtà, è evidente che la blatta innesca un meccanismo di cui il protagonista (5.0) è spettatore passivo: quando la capsula, il suo microcosmo, cade e si distrugge egli dice:”Forse qualcosa è andato storto” - È questo un possibile cenno al destino, a qualche forza o entità che ci sovrasta?

Credo che l’essere umano tenda automaticamente a generare dentro di sé delle entità che lo sovrastano, le inventa per potersi liberare dai sensi di colpa e demandare così le sue responsabilità a qualcos’altro.
Non è fondamentale dare un nome, una forma o una precisa geometria a queste entità, ma interrogarsi sui motivi che inducono l’uomo a trovare sempre qualcosa che lo comandi, affinché la sua coscienza sia libera da ogni peccato.

I protagonisti del fumetto indossano scafandri che isolano dall'esterno, infondono false sicurezze e impediscono di ricevere e trasmettere le emozioni. Quali sono secondo te gli scafandri di oggi? Internet, tv e videogame sono possibili mezzi d’isolamento?

Il primo scafandro siamo noi, avvolti nell’involucro del corpo, quando usciamo di casa e indossiamo una maschera per essere accettati dalla società. Spesso tendiamo ad assumere una o più forme per poter essere presentabili, “patinati” e farci accogliere da tutti; tuttavia queste forme non riflettono realmente l’essenza di ciò che abbiamo dentro.
Anche Internet, tv e videogame possono essere considerati degli scafandri perché, invece di aiutarci ad approfondire le conoscenze e a sviluppare svariate abilità, in questo momento sembrano spingere l’essere umano alla realizzazione di una vita-ideale-virtuale.
La vita reale, al giorno d’oggi, ci richiede degli standard sempre più elevati. Proprio per questo quelle forme di intrattenimento si trasformano in potenti veicoli che ci consentono di evadere da uno “scafandro” che non riusciamo più ad abitare.



Nel mondo reale l'uomo-numero ha un'altra possibilità, ma la spreca. Dice infatti alla donna che incontra - “Avevo un’altra possibilità. Oggi l'ho sprecata. Ti chiedo scusa” – Inoltre le azioni dei personaggi hanno come palcoscenico una scacchiera. Cosa significa?

A questo punto della narrazione (5.0) ha la possibilità di fare delle scelte per migliorare o peggiorare la propria vita, ma ha paura di trasgredire, di fallire e, preso dal panico, compie un gesto estremo nei confronti della donna, l’unica veramente in grado di renderlo felice. Il libero arbitrio che improvvisamente gli viene dato è una libertà che non riesce a gestire, perché totalmente disavvezzo a fare delle scelte. Per quanto riguarda la scacchiera, è la metafora che rievoca la condizione della nostra vita, ne traccia i parametri limitando il raggio d’azione dei personaggi: possiede dei bordi, dei limiti, come tutto ciò che loro fanno, in quanto esseri umani.

Nel fumetto la donna non ha paura di trasgredire e non ha un numero, non è un clone, non si è pertanto "conformata", anche se indossa uno scafandro. Immagino che non sia casuale, le viene forse attribuito un ruolo salvifico?

La donna riesce a liberare il protagonista dall’incombenza di affrontare la sua libertà, indicandogli seppur momentaneamente la direzione. Lei è libera e non ha numero perché viene dalla dimensione opposta: lo spazio aperto. Credo che il nodo fondamentale del loro rapporto sia la contrapposizione di due situazioni diverse e l’interazione dell’uno con l’inedito dell’altro. Sostanzialmente non c’è un ruolo più rilevante, hanno entrambi la stessa importanza. Infatti, l’idea iniziale era di eliminare qualsiasi riferimento sessuale, perché non è tanto importante evidenziare la loro diversità, quanto sottolineare il connubio fra due esseri diversi con esperienze di vita diverse.

“Il romanzo tradizionale si concentra sempre di più sulle sfumature dei rapporti umani, trascurando la dinamica della società umane e il posto dell’uomo nell’universo”. (Crash, J. G. Ballard, postfazione)
Credo che questo fumetto invece affronti entrambi gli aspetti, sollevando quesiti di carattere sociale e culturale. E’ evidente la direzione fantascientifica presa da questa opera, intesa come tentativo di dare una colorazione filosofica e metafisica ai più importanti aspetti della nostra vita. Credi che la fantascienza sia il motore principale per una critica al mondo moderno?


La fantascienza è un’interfaccia più semplice per poter raccontare una realtà tanto distante quanto tangibile alla nostra, è la forma narrativa che fluidifica il sorgere di nuove domande. Sgorgano così semplici metafore: come in questo caso la città deserta che simboleggia la mancanza di comunicazione reale in favore di quella virtuale, dove niente e nessuno mette in discussione le nostre certezze. La fantascienza crea il dualismo fra la realtà di tutti i giorni e l’iperbole di ciò che viene raccontato e permette inoltre di saltare dei passaggi logici all’interno della narrazione.
Non mi interessava rendere coerente l’ambiente dove avveniva l’evolversi del protagonista, bensì metterlo in una situazione il più disagevole possibile, nonostante l’apparente possibilità di essere infinito e invincibile: questo è il contrasto su cui tutta la storia si fonda. Infine la fantascienza anticipa possibili scenari futuri, amplificando tutto ciò che si può deformare in modo mostruoso a causa dell’umana incapacità di gestire la libertà.

Nell'immagine finale la stanza è vuota e la valigetta aperta. Ogni "uomo numero" porta con sé la sua valigetta tutta la vita e può aprirla solamente nel momento del bisogno. Quale messaggio racchiude la valigetta?

La valigetta è il nodo di tutta la storia. È ciò che permette al protagonista di emanciparsi, infatti è assurdo che lui abbia questa possibilità da più di una vita e non abbia mai pensato di sfruttarla. Nel momento in cui decide di aprire la valigetta, sceglie di riappropriarsi della propria esistenza, della propria umanità. È la catarsi del protagonista quando guarda dentro la valigetta e sceglie di agire attivamente sul proprio destino. È il momento in cui ritorna ad essere uomo, quando si scorgono i suoi occhi e l’anima riflette la sua profondità fin sulla superficie.

L'intervista è stata realizzata da Francesco Pagliarini in occasione del "Treviso Comic Book Festival" dove Blatta ha vinto il premio "Carlo Boscarato" 2009 come miglior libro a fumetti italliano.

Alberto Ponticelli è anche l'autore del manifesto ufficiale della fiera trevigiana.

martedì 3 novembre 2009

Lucca Comics&Games 2009


Max Bunker celebra a Lucca i 40 anni di Alan Ford.


Milo Manara racconta la sua prima avventura nell'universo Marvel.


Vittorio Giardino

Queste sono sono solo alcune anticipazionii dei molti ospiti che abbiamo incontrato a Lucca Comics&Games.
Nei prossimi giorni vi aggiorneremo con le interviste e i servizi che abbiamo realizzato durante la fiera.

Michele Ginevra



L'opinione di un esperto e addetto ai lavori sulle possibilità di sviluppo del MOTION COMIC.

martedì 22 settembre 2009

MCT - Motion Comic Trailer



Per pubblicizzare l'uscita di un nuovo fumetto in modo originale pensate a MCT (Motion Comic Trailer).
MCT è un breve spot o trailer in stile Motion Comic, che può essere pubblicato sul vostro sito o su un portale web dedicato ai fumetti.

Motion Comic



Dopo un'accurato processo di digitalizzazione delle tavole, il montaggio audiovisivo rispetta con coerenza lo sviluppo temporale del racconto disegnato, innovando la lettura delle tavole con soluzioni ed effetti grafici originali.
Così nasce il Motion Comic.

mercoledì 9 luglio 2008